“MEGALOPOLIS” O DELLO SPECCHIO DEFORME MA VERITIERO DELLA NOSTRA SOCIETÀ

Cos’è davvero Megalopolis? Semplicemente un film, o qualcosa di più? O di meno? Scrivere delle classiche recensioni non ci ha mai interessato, ma per il film di Francis Ford Coppola, in modo particolare, sentiamo che sia assolutamente inutile. E non amiamo nemmeno scrivere delle stroncature, ma ci preme partire da un’opera per volgere poi lo sguardo alla società in cui viviamo, a noi stessi. Perché l’arte, anche quando non è eccelsa ci racconta sempre qualcosa di noi. E poiché quando quel qualcosa non ci fa molto piacere, ci crea resistenza e cerchiamo di allontanarlo dalla coscienza, ecco che allora deve essere qualcun altro a parlarne, a puntare la luce dove noi vorremmo che restasse...

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LE PERIFERIE DEL MALE

Non si inizia a vivere finché non si è provato dolore; non si può ascendere alla gioia piena se prima non si è stati precipitati nelle profondità della sofferenza. Non si è nemmeno capaci di pregare se il fuoco del dolore non ci ha purificato le viscere e le ossa. L’odierna società cerca con ogni mezzo di nascondere o allontanare le tracce del dolore, della vera angoscia che comprime l’anima, non la psiche, si badi. Non ha più risposte a quel grido acuto e netto. Ma il dolore e la solitudine hanno anche i loro luoghi, le loro “riserve”. Frontiere di terra arsa o di neve e freddo. I luoghi dove il male abita e sembra non avere la forza per tramutarsi in cammino di salvezza, ma solo di...

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“I SETTE SAMURAI”. A 70 ANNI DALL’USCITA UN FILM CHE HA ANCORA MOLTO DA DIRCI

Dopo essersi fatto conoscere come uno dei nuovi registi più talentuosi dell’estremo oriente con film come L’angelo ubriaco, Rashomon e Ikiru (Vivere), nel 1954 Akira Kurosawa realizza uno dei suoi capolavori e forse il titolo rimasto più famoso tra il grande pubblico: I sette samurai. Si tratta di un dramma storico ambientato nel Giappone del XVI secolo. Anche se i più conosceranno la trama, diamo alcuni accenni. Un piccolo villaggio di contadini è nel terrore per la prossima scorribanda di un gruppo di briganti che l’anno passato avevano già fatto razzia del loro raccolto di riso. A breve sarà tempo di raccogliere l’orzo e se i contadini non saranno in grado di difendersi resteranno...

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“AS BESTAS” E LA SPECULAZIONE ENERGETICA DELL’EOLICO

In una radura di un bosco alcuni uomini immobilizzano un cavallo. Sono degli aloitadores (tradotto letteralmente: i lottatori) i quali non possono usare né corde né bastoni ma la sola forza delle loro braccia e corpi. La Rapa das Bestas è una festa che si celebra ogni anno in diverse città della Galizia che prevede proprio questa “lotta” fra uomini e cavalli bradi. Lo scopo però non è tanto quello di mettere in mostra la destrezza, la forza e il coraggio degli uomini, ma quello di sverminare, rasare coda e criniera e marchiare gli animali. Inizia con questa scena, rallentata, senza audio ma accompagnata da una musica dolorosa e distorta, As bestas, film del 2022 del regista spagnolo...

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LA DISSACRAZIONE DI CUI NESSUNO PARLA

In questi giorni è uscito nella sale il nuovo film di Paolo Zucca: Vangelo secondo Maria. L’opera non è affatto una personale rilettura dei Testi Sacri, ma è tratta dal romanzo omonimo, uscito nel 1979, della scrittrice Barbara Alberti, che qui firma insieme al regista anche la sceneggiatura. Protagonisti sono una giovane Maria, e Giuseppe, interpretati da Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann. Il film, come d’altra parte il libro, vuole descrivere il desiderio e la caparbietà di una donna, Maria appunto, di emanciparsi e studiare andando addirittura ad Alessandria d’Egitto, rompendo le regole della società nella quale viveva. Un’ode quindi ad una certa idea di libertà, ad un...

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